Nella società civile il diritto di punire appartiene alla sovranità dello Stato e consiste nella facoltà d’infliggere agli autori di azioni contrarie alle leggi statali, la pena minacciata dalle predette leggi.
La regola penale trova, dunque, la sua fonte nel diritto pubblico dello Stato che, astrattamente, prevede quali condotte sono sottoposte alla determinata sanzione ed, altresì, si cura di disciplinarne l’inflizione, attraverso la sua esecuzione (diritto della esecuzione penale).
La finalità principale della previsione di un castigo da parte dello Stato per coloro i quali violano le leggi, è di tipo preventivo. Infatti il corpo di norme, definito come diritto punitivo o, come meglio definito correntemente, diritto penale, più che essere diretto alla inflizione di una sanzione, persegue l’obiettivo di garantire la sicurezza delle regole fondamentali dell’organizzazione statuale. Infatti, secondo una chiave di lettura naturalistica, attraverso l’osservanza delle leggi, lo Stato si pone l’obiettivo di realizzare un benessere per tutti i cittadini. La minaccia di una pena ha come obiettivo, immediato, quello di rappresentare a tutti i consociati, astrattamente considerati, le conseguenze cui andrà incontro chi si porrà contro le leggi dello Stato.
Si tratta di un primo, e come premesso, immediato, effetto della sanzione che crea una condizione di soggezione del cittadino alla norma penale. La minaccia opera sotto il profilo psicologico tendendo di impedire che la volontà del consociato si orienti verso la commissione di un delitto, “pena” la inflizione di una pena, superiore rispetto al vantaggio che ne deriverebbe al soggetto dalla commissione del reato.
Un successivo effetto si realizza attraverso l’efficacia della minaccia della pena. Ovvero, attraverso la concreta esecuzione, secondo le regole di giustizia, della sanzione prevista per la commissione di una condotta contraria alla legge.