Studio Legale, Diritto Penale, Difesa Processo Penale

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ABC del Diritto Penale

Il Diritto Penale spiegato da Pandette.it

il delinquente

Colui che viene meno al dovere di rispettare la legge è chiamato delinquente (dal latino delinquere, “venir meno”).

La violazione dei precetti fondamentali (attuati anche a mezzo di Leggi e norme), che garantiscono il cittadino, e di conseguenza, la struttura della Repubblica, comporta una reazione di tipo sanzionatorio da parte dello Stato. La sanzione può essere di varia natura (pagamento di una somma di denaro; mettere in atto una determinata condotta, sino alla privazione della libertà del soggetto).

Il delinquente che offende le libertà fondamentali di cui abbiamo parlato sarà soggetto ad una pena criminale (dal latino crimen ovvero delitto).
Nell’uso comune si dice arrestato, o fermato nella sua azione, per essere, successivamente, allontanato dalla comunità sociale e detenuto presso una casa di reclusione, comunemente chiamata carcere. Qual’è l’obiettivo della sanzione che si infligge a chi viola le regole, dopo avere accertato, attraverso un determinato procedimento (processo) che esso li abbia violate?

L’obiettivo primario è la sicurezza degli appartenenti alla società Stato. La sicurezza che i cittadini possano vivere tranquillamente senza il timore di dovere subire violazioni delle regole che garantiscono i diritti di libertà nello Stato.

Il secondo scopo è quello di potere rieducare, attraverso la sanzione, il cittadino che ha violato la legge.
Infatti, la pena della limitazione della libertà del delinquente coincide con un programma di recupero di quest’ultimo, verso il quale lo Stato si adopera per ricordurlo, come si sul dire, sulla retta via (e la retta via, dicevamo prima è quella diritta da cui etimologicamente si fa risalire il termine diritto).

Terzo obiettivo: è la prevenzione generale. Affinché altri cittadini non seguano l’esempio del delinquente.

Con la predisposizione di un sistema di sanzioni criminali per determinati fatti che costituiscono lesione dei principali diritti alla libertà dei cittadini, lo Stato persegue, così, la finalità di garantire la sicurezza del cittadino, che ben deve conoscere quali saranno le conseguenze di un suo agire al di fuori delle regole.

Bisogna considerare, infatti, che chi commette un reato danneggia non solo il cittadino, ma tutta la comunità statale che, indirettamente, soffre dalla violazione delle regole stabilite per la propria stabilità ed continuità nel tempo.

Un gruppo sociale organizzato ha bisogno l’uno dell’altro ed ognuno beneficia dell’attività del proprio concittadino.
Ad esempio, l’attività dell’artigiano dipende dal suo fornitore di beni e quest’ultimo dal produttore delle materie prime. Da ciò consegue, inoltre, che ogni compartecipe del gruppo sociale deve fare affidamento a che l’altro cittadino rispetti le regole. Se il fornitore non rispetta la consegna convenuta con l’artigiano, quest’ultimo non potrà consegnare il prodotto al proprio cliente che porrà termine al suo rapporto con l’artigiano che, a sua volta, si rivarrà nei confronti del fornitore. Potremmo, anche, aggiungere che, a sua volta, il produttore subisce gli effetti, diretti od indiretti, dalla violazione da parte del fornitore della regola stabilità. Egli subirà un danno diretto, nel caso in cui il fornitore aveva promesso di pagare il prezzo del bene, differendo la data al momento in cui avrebbe incassato il corrispettivo dall’artigiano. Un danno indiretto, dal fatto che l’acquirente fornitore, divenuto inaffidabile,sarà costretto, per la perdita delle ulteriori commesse, a ridurre gli acquisti.

Appare chiaro, pertanto, come non costituisce un vantaggio per il gruppo sociale l’incertezza sul comportamento conforme alle regole di un altro cittadino.

L’affidamento sul corretto comportamento del consociato, infatti, opera su differenti livelli a seconda della regola violata, fino ad incidere pesantemente sull’esercizio della propria libertà da parte dell’individuo: Potrò lasciare la mia nuova auto posteggiata sulla pubblica via solo perché confido che gli altri rispettino il mio diritto di possesso dell’auto.
Più ampio è l’affidamento al rispetto delle regole da parte del consociato, più diventa pieno l’esercizio della libertà da parte dell’individuo che potrebbe, senza timore alcuno di esserne spossessato, lasciare, per propria comodità, all’interno dell’autovettura, il proprio computer, nonché il cellulare, oltre le chiavi dell’auto stessa.
Ecco che allora, per garantire il libero esercizio della libertà dell’individuo, lo Stato predispone una serie di sanzioni per coloro che violano le regole sociali, nonché l’affidamento dei consociati al rispetto di queste regole.
Nell’esempio dell’autovettura, il bene tutelato dalle regole dello Stato è il pacifico esercizio del diritto di possesso di un bene.

A protezione del citato diritto di possesso, la legge, predispone, anche, delle sanzioni penali per chiunque si impossessa della cosa mobile altrui, sottraendola a chi la detiene, al fine di trarne profitto per sé o per altri, con la reclusione da sei mesi a tre anni (reato di furto non aggravato- art. 624 comma 1 c.p.). Prevede, altresì una sanzione, anche, per coloro, che fuori dai casi di concorso nel reato presupposto, al fine di procurare a sé o ad altri un profitto, acquistano o ricevono od occultano denaro o cose provenienti da un reato, con la reclusione da due a otto anni (ricettazione-648 comma 1 c.p.).

Dall’esempio sopra riportato, si evidenzia, altresì, come lo Stato, sotto il profilo sanzionatorio, appronta una differente tutela, a seconda del tipo di aggressione al bene protetto; nel caso in esame, il possesso di un bene appartenente al patrimonio di un consociato.

Come si è avuto modo di notare, le sanzioni del furto semplice e del reato di ricettazione (secondo la fattispecie considerata),differiscono nel minimo e nel massimo. Ciò trova una sua ontologica, e generale, giustificazione tenendo presente gli effetti sociali correlati alla condotta aggressiva subita dal bene oggetto di tutela. Infatti, se il reato di furto è un fatto grave, in quanto offende la libertà del soggetto di godere del proprio bene, la ricettazione di un oggetto rubato, aggrava gli effetti che già subiscono i consociati per via del precedente delitto perché, oltre ad violare la libertà dell’individuo di potere godere della cosa in suo possesso, quest’ultima condotta aggredisce la sicurezza dell’ordine economico dello Stato, in quanto chi acquista cose provenienti da furto (per tale motivo ad un prezzo diverso da quello di mercato) favorisce tale pratica delinquenziale alterando, nel contempo, le regole che governano la produzione ed i prezzi al dettaglio, oltre che offendere l’interesse della amministrazione della giustizia che ha l’obiettivo di perseguire ogni fatto che costituisce violazione delle regole cui sono chiamati a cooperare tutti i cittadini nell’interesse della sicurezza generale.

Se questo, come rapidamente rassegnato, è il contesto in cui si ravvisano le condizioni per infliggere una sanzione, è il momento di precisare che l’esercizio del magistero punitivo dello Stato, rispetto a quello generale di tipo sanzionatorio, è argomento che appartiene alla materia del diritto penale, i cui principi ed istituti saranno oggetto di studio nelle pagine che seguiranno.